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Arte con i bambini della scuola primaria di Albino – intervista ai docenti

Durante l’estate 2021, Arte sul Serio ha collaborato con la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Statale Gioele Solari di Albino (Bergamo) per la realizzazione di un progetto formativo pratico e teorico dedicato all’arte.

Vi riportiamo una breve intervista con i docenti coordinatori del progetto per Arte sul Serio, Gaia Frigeni e Marcello Mutti, che ci hanno raccontato le loro osservazioni e impressioni sull’attività svolta in classe.

Quali erano le premesse del progetto e come avete articolato le vostre rispettive attività in questo senso?

M: Il progetto aveva come obiettivo quello di avviare i bambini della Scuola Primaria alla conoscenza di alcuni pittori che hanno influenzato le principali correnti artistiche nella storia. Di concerto con le maestre, ho deciso di approfondire la figura di Vincent Van Gogh con le classi 2^, e quella di Claude Monet con le classi 5^. Il laboratorio ha previsto un primo incontro dedicato alla conoscenza degli artisti e di una loro opera presa come riferimento, che è stata poi sviluppata da ogni alunno mediante la tecnica dell’acquerello nei successivi due incontri.

G:
Approfondendo la conoscenza di artisti locali e internazionali, i bambini hanno potuto sperimentare diverse tecniche artistiche. In particolare, le classi prime hanno riprodotto in creta un’opera di Keith Haring; le classi terze, con l’utilizzo di carta e colori, hanno appreso il funzionamento della tecnica dell’intarsio, dopo un breve approfondimento sulle tarsie lignee disegnate da Lorenzo Lotto e conservate nella Basilica di Bergamo; le classi quarte, attraverso l’incisione e la stampa, hanno realizzato delle carte da gioco, ispirandosi liberamente ai tarocchi conservati presso l’Accademia Carrara.

Dipingere con i Bambini ha consolidato in me l’idea che l’Arte non deve essere per forza qualcosa di complicato…

Per Arte sul Serio, Gaia Frigeni è anche moderatrice degli incontri di discussione del Club del Quadro, mentre Marcello Mutti si occupa dei Corsi di Acquerello. Entrambe attività destinate prettamente ad un pubblico di adulti.

Rispetto alle vostre attività rivolte soprattutto agli adulti, come vi siete trovati lavorando su temi artistici con un pubblico di bambini?

G: Sicuramente i bambini sono naturalmente più predisposti a domandarsi il funzionamento delle cose, non bisogna quindi dimenticare di stimolare questa loro curiosità. Capire davvero di cosa si sta parlando, cosa si sta facendo e cosa si sta utilizzando, rende tutto più divertente e affascinante e permette loro di percepire gli aspetti tecnici imprescindibili non come un’imposizione o un limite ma come uno strumento da rendere proprio. In realtà, questo funziona anche con gli adulti.

M:
Lavorare con un pubblico così giovane richiede che ogni nozione tecnica passi attraverso un approccio ludico: occorre non tanto trasmettere tecnicismo, ma incuriosire sull’arte, creare un alfabeto visivo, valorizzare la creatività di ciascuno e soprattutto divertirsi.

In base a questa o altre vostre esperienze artistiche con i bambini, avete notato delle differenze di approccio all’arte a età differenti?

G: Credo che la differenza non stia tanto nell’approccio, ognuno di noi è un caso a sé, indipendentemente dall’età. Sicuramente è necessario strutturare l’attività e calibrare la sua complessità, visto che l’apprendimento di una tecnica artistica prevede necessariamente una serie di regole e metodologie specifiche. Non avrebbe quindi senso proporre attività che non riuscirebbero a gestire, creando difficoltà inutili. Se i bambini vengono messi nella condizione giusta, la loro energia e curiosità si esprime al meglio a qualsiasi età.

M:
E’ evidente come con i ragazzi più grandi si riesca a gestire meglio certe attività e a strutturare un percorso più tecnico, ma lavorando sia con i ragazzi di 2^, sia con quelli più grandi di 5^, ho avuto la riprova che l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco non è questione di età.

Se i Bambini vengono messi nella condizione giusta, la loro energia e curiosità si esprime al meglio…

Coordinare un’attività per l’infanzia non è mai una scienza esatta, sia nel riuscire a prevedere eventuali difficoltà pratiche che un bambino può incontrare rispetto ad un adulto, sia, come è anche giusto, per l’esuberanza e l’estro che i più piccoli mettono in tutto ciò che fanno.

Ci sono state delle osservazioni fatte dai bambini durante l’attività che vi hanno particolarmente colpito?

M: E’ così. Ci sono stati momenti dove risultava faticoso contenere i ragazzi, soprattutto quando spremevo dai tubetti i vari colori sulle loro tavolozze… partivano a dipingere senza attendere precise istruzioni ed era impegnativo riprendere la loro attenzione! Ma questo sottolinea ancora una volta come l’attività artistica sia un potente strumento per stimolare la curiosità, l’immaginazione e la creatività nei ragazzi. Ricordo ancora con stupore un ragazzino di 2^ che dopo aver parlato della vita di Van Gogh mi disse: “Maestro Marcello, secondo me si sono sbagliati a dire che Van Gogh alla fine della sua vita era malato, altrimenti non sarebbe riuscito a fare dei quadri così belli. E comunque se non avesse dipinto sicuramente sarebbe morto prima”. Credo abbia ragione, perché l’arte non solo arricchisce, ma risana.

G: Durante le attività con i bambini e i ragazzi, cerco sempre di inserire momenti durante i quali, con qualche domanda iniziale, dare ad ognuno la possibilità di raccontare qualcosa di sé. Questo permette di mantenere l’attenzione, convogliare la loro energia e permettergli di conoscere meglio sé stessi e gli altri. Sono rimasta colpita dal fatto che sia gli alunni delle classi terze, che hanno sperimentato l’intarsio, sia gli alunni delle classi quarte, che hanno inciso e stampato, hanno espresso un pensiero simile con un’esclamazione che potrei sintetizzare così: “ma quindi l’arte si può fare in tanti modi!”. Un alunno di prima invece, dopo aver visto le opere che Haring ha realizzato in diverse città del mondo, ha detto: “sarebbe bello fare anche noi così, fanno diventare felici”. Eh sì, l’arte dona bellezza in tanti modi.

Quale è stata la parte più complicata del lavorare a questo progetto?

G: Decisamente il mantenere ordine e pulizia. Ovviamente in questo tipo di attività ci si deve “sporcare le mani”, letteralmente e anche parecchio. Il rischio quindi che la loro esuberanza prendesse il sopravvento c’è stato ma con un po’ di pazienza siamo riusciti ad organizzarci dividendo i compiti.

M:
Sicuramente il dover gestire correttamente l’uso dell’acqua nella preparazione dei colori. Ma siamo sopravvissuti, anche se secchio e straccio sono stati strumenti fondamentali!

La forte risposta emotiva che i bambini hanno nei confronti delle attività creative e la loro visione particolare della realtà, danno spesso occasione di scoprire cose nuove anche a noi adulti.


Lavorare con i bambini ha influenzato la vostra prospettiva sull’arte? Pensate che la vostra esperienza vi abbia fornito qualche nuovo spunto anche per le vostre attività destinate ai più grandi?

G: Sicuramente lavorare con i bambini permette davvero di capire che l’arte è alla portata di tutti, perché varia e democratica. Ognuno può trovare la sua dimensione e i bambini possono insegnare a noi adulti a superare il dubitare di noi stessi. Anche chi entrava nell’aula e metteva le mani avanti sostenendo di non essere in grado, riusciva a mettersi in discussione, si lasciava guidare nei momenti di difficoltà e alla fine rimaneva stupito da quanto si era divertito e sentito soddisfatto. Spesso, da adulti, diamo talmente tanto valore al risultato finale che ci dimentichiamo di quanto sia importante il percorso.

M:
Dipingere con i bambini ha maggiormente consolidato in me l’idea che l’arte non deve essere per forza qualcosa di complicato, ma la mera espressione delle nostre emozioni. Sicuramente terrò ben presente anche con i corsisti adulti, che non è importante solo il “fine”, ossia il risultato finale di un dipinto. Ovviamente fa piacere a chiunque riuscire a produrre una bella opera, ma dobbiamo dipingere anzitutto per noi stessi, e mentre lo facciamo ci dobbiamo anche divertire. Questo conta di più del risultato finale.

Gaia Frigeni

Diplomata presso il L.A.S. Liceo Artistico Statale di Bergamo e laureata in Restauro presso la L.A.B.A. Libera Accademia di Belle Arti di Brescia nel 2013. Gli studi e l’approfondimento continuo le hanno fornito una comprensione critica della storia dell’arte e una conoscenza dei materiali e delle diverse tecniche volte alla produzione artistica. Particolarmente attenta all’analisi dei contesti culturali, unisce l’amore per l’arte alla passione

Marcello Mutti

Marcello Mutti inizia l’avventura con gli acquerelli quasi per caso, provando ad associare l’acqua e il colore a semplici schizzi fatti attraverso l’uso di carboncini, matite e inchiostri. Scopre così un piacevole spazio di serenità che lo rapisce letteralmente, spingendolo a sperimentare con assiduità e costanza questo straordinario e difficile mezzo pittorico. Il suo percorso di ricerca, di studio e confronto con affermati artisti, l’hanno portato a definire un proprio stile che si fonda su un approccio sciolto e “moderno” di utilizzo degli acquerelli, alla ricerca di risultati più liberi ed emozionali. Artista appassionato e in continua ricerca espressiva, è fermamente convinto che la buona arte non debba essere per forza qualcosa di complicato, ma piuttosto la libera espressione delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo.

Reportage fotografico a cura di Fabrizio Carrara, tutti i diritti riservati.

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